Disturbo ossessivo-compulsivo
Il disturbo ossessivo-compulsivo è una problematica caratterizzata da ossessioni, compulsioni o entrambi i fenomeni che può interferire negativamente con le attività della vita quotidiana.
Il disturbo può presentarsi a qualsiasi età. Alcune persone presentano questo disturbo precocemente, spesso nel periodo intorno alla pubertà, ma più frequentemente questo disturbo compare nei giovani-adulti.
Ossessioni e compulsioni impegnano, ogni giorno e a lungo, il tempo di queste persone (mediamente più di un’ora al giorno).
Le ossessioni si manifestano attraverso idee, immagini o impulsi di tipo ricorrente, persistente, involontario, intrusivo e ansiogeno, che sono accompagnati da emozioni invalidanti.
Le ossessioni sono pensieri (per es. paura di aver contratto infezione o contagio), immagini (per es. scene violente o raccapriccianti) o impulsi (per es. accoltellare qualcuno) ripetitivi e persistenti.
Qualunque sia la tipologia di contenuto delle ossessioni, ciò che le accomuna è il loro presentarsi in modo
improvviso e intrusivo nella mente del paziente, che le vive così come pensieri non voluti, da allontanare e che provocano, di conseguenza, emozioni di paura, disgusto o senso di colpa.
Le compulsioni (definite anche rituali) sono particolari azioni o atti mentali che le persone si sentono spinte a compiere ripetutamente per cercare di ridurre o prevenire l’ansia causata dalle ossessioni.
Si possono inquadrare teoricamente delle macro aree, all’interno delle quali possiamo far rientrare i contenuti ideativi più frequenti delle ossessioni e delle relative compulsioni applicate successivamente: l’area della pulizia (ossessioni di contaminazioni e compulsioni di pulizia); di simmetria (ossessioni di simmetria e compulsioni di ripetizioni, ordine e conteggio); di pensieri proibiti o tabù (es. ossessioni di aggressività eterodiretta, sessuali, religiose e relative compulsioni di aumento dell’autocontrollo o richiesta di r
edenzione) e di danno (per es. timore di danno a se stessi o agli altri e relative compulsioni di controllo).
Esse consistono in comportamenti ripetitivi (es: lavarsi le mani, ripetere più volte una stessa azione) o azioni mentali (es. contare, ripetere formule superstiziose) che permettono alla persona di alleviare momentaneamente il disagio/ansia provocati dalle ossessioni. Attraverso le compulsioni la persona riesce a ridurre la sgradevole sensazione che qualcosa non va o che potrebbe accadere qualcosa di brutto.
Tuttavia, le compulsioni non eliminano le ossessioni, che possono aumentare o ripresentarsi nel tempo.
Le compulsioni producono un dispendio sempre maggiore di tempo per l’individuo o causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti dell’esistenza della persona.
Nelle persone con Disturbo Ossessivo-Compulsivo è comune l’evitamento di persone, luoghi o cose che possono innescare i pensieri ossessivi e le relative compulsioni. Questo processo può anch’esso aumentare nella sua pervasività e compromettere la qualità e funzionalità della quotidianità e condurre il soggetto a sta
ti di ritiro ed isolamento con compromissione ulteriore del disagio psicologico.
Il modello elettivo di intervento psicologico è rappresentato dalla Terapia Cognitivo-Comportamentale, ad integrazione della terapia farmacologica tarato sull’inquadramento dei sintomi e dei processi sottostanti ad essi, che sono di prevalenza di tale psicopatologia.
Le Terapia Cognitiva ha per obiettivo la ristrutturazione dei pensieri disfunzionali a livell
o di credenze della persona che lo costringono ad aderire ai pensieri di natura ossessiva per evitare stati di disagio interno e compiere le relative azioni compulsive atte a stoppare momentaneamente la incessante preoccupazione.
Il lavoro fondamentale è quello di far rientrare una valutazione sovrastimata e minacciosa delle sensazioni e dei sintomi legati all’ansia, affrontare e rientrare in controllo dei propri processi di pensiero attraverso la valutazione della natura degli stessi pensieri rispetto all’idea personale di sé.
L’intervento prosegue con tecniche derivate dalla terapia comportamentale come l’Esposizione e prevenzione della risposta. La terapia si svolge in una prima parte a livello immaginativo con acquisizione di strumenti di autoregolazione neurofisiologica come il Training di Rilassamento Progressivo Muscolare, per poi intervenire su di un lavoro che si concretizza, al momento opportuno, nella esposizione con vari livelli di difficoltà psicologica, concordati con il paziente, all’oggetto fobico temuto a livello di ossessività per cercare poi di non cadere nell’azione svolta dalla compulsione.
La terapia EMDR punta ad aumentare i livelli di efficacia mostrati dalla terapia Cognitivo-Comportamentale, attraverso il lavoro concettuale con il paziente, sul trauma relazionale dell’attaccamento (rintracciabile tra i periodi dell’infanzia e dell’adolescenza con uno o entrambe le figura di accudimento), che hanno prodotto un elevato Senso di Colpa e di Vergogna che il paziente ha provato e che hanno rappresentato nel corso della sua vita condanne ad aspetti dei personali livelli di autostima ed efficacia, talvolta compensati con disfunzionali livelli di perfezionismo, a tratti patologico.
Questo lavoro terapeutico permette di trasformare la radice della problematica psicologica che nel corso del tempo, cronicizzando dei processi di pensiero eccessivamente rigidi per la sopravvivenza della persona, concorrono all’insorgenza della patologia.