L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio appartenente alla terza generazione dei trattamenti psicoterapeutici, nato per il trattamento del trauma e alle problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico, ed è in grado di facilitare e velocizzare il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati anche ad esperienze più comuni, emotivamente stressanti.
L’EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica ed è una metodologia completa che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche.
Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti legati all’evento traumatico hanno una desensibilizzazione, perdono la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento è molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento. L’immagine cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, diventando più adattivi dal punto di vista terapeutico e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità. L’elaborazione dell’esperienza traumatica che avviene con l’EMDR permette al paziente, attraverso la desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva che avviene, di cambiare prospettiva, cambiando le valutazioni cognitive su di sé, incorporando emozioni adeguate alla situazione oltre ad eliminare le reazioni fisiche.
Questo permette, in ultima istanza, di adottare comportamenti più adattivi.
A seguito del processo elaborativo prodotto da tale trattamento si percepisce che veramente il ricordo dell’esperienza traumatica fa parte del passato e quindi viene vissuta in modo distaccato. I pazienti in genere riferiscono che, ripensando all’evento, lo vedono come un “ricordo lontano”, non più disturbante o pregnante dal punto di vista emotivo.
Il paziente ricorderà l’evento ma il contenuto emotivo è totalmente integrato in una prospettiva più adattiva. L’esperienza vissuta potrà essere usata in modo costruttivo dall’individuo ed integrata in uno schema cognitivo ed emotivo positivo. Cioè il paziente realizzerà nuove connessioni di associazioni appropriate, quello che è utile è appreso ed immagazzinato con l’emozione corrispondente ed è disponibile per l’uso futuro.
L’approccio EMDR, adottato da un numero sempre crescente di psicoterapeuti in tutto il mondo, è basato sul modello di elaborazione adattiva dell’Informazione (AIP). Secondo l’AIP, l’evento traumatico vissuto dal soggetto viene immagazzinato in memoria insieme alle emozioni, percezioni, cognizioni e sensazioni fisiche disturbanti che hanno caratterizzato quel momento. Tutte queste informazioni immagazzinate in modo disfunzionale, restano “congelate” all’interno delle reti neurali e incapaci di mettersi in connessione con le altre reti con informazioni utili. Le informazioni ”congelate” e racchiuse nelle reti neurali, non potendo essere elaborate, continuano a provocare disagio nel soggetto, fino a portare all’insorgenza di patologie come il disturbo da stress post traumatico (PTSD) e altri disturbi psicologici. Le cicatrici degli avvenimenti più dolorosi, infatti, non scompaiono facilmente dal cervello: molte persone continuano dopo decenni a soffrire di sintomi che ne condizionano il benessere e impediscono loro di riprendere una nuova vita.
L’obiettivo dell’EMDR è quello di ripristinare il naturale processo di elaborazione delle informazioni presenti in memoria per giungere ad una risoluzione adattiva attraverso la creazione di nuove connessioni più funzionali. Una volta avvenuto ciò, il paziente può vedere l’evento disturbante e sé stesso da una nuova prospettiva. L’EMDR considera tutti gli aspetti di un’esperienza stressante o traumatica, sia quelli cognitivi ed emotivi che quelli comportamentali e neurofisiologici. Utilizzando un protocollo strutturato il terapeuta guida il paziente nella descrizione dell’evento traumatico, aiutandolo a scegliere gli elementi disturbanti importanti.
Nel lasso di trent’anni dalla sua scoperta, ad opera della ricercatrice americana Francine Shapiro, l’EMDR ha ricevuto più conferme scientifiche di qualunque altro metodo usato nel trattamento dei traumi. Oggi è riconosciuto come metodo evidence based per il trattamento dei disturbi post traumatici, approvato, tra gli altri, dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004), dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010) e dal nostro Ministero della salute nel 2003. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’agosto del 2013, ha riconosciuto l’EMDR come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati.
L’efficacia dell‘EMDR è stata dimostrata in tutti i tipi di trauma, sia per il Disturbo Post Traumatico da Stress che per i traumi di minore entità. La ricerca recente mostra che, attraverso l’utilizzo dell’EMDR, le persone possono beneficiare degli effetti di una psicoterapia che una volta avrebbe impiegato anni per fare la differenza. Alcune ricerche hanno infatti dimostrato che tra l’84% e il 90% dei pazienti che riportavano l’esperienza di un singolo evento traumatico non mostravano più i sintomi di un Disturbo da Stress Post-traumatico dopo sole 3 sessioni di EMDR da 90 minuti ciascuna. L’efficacia dell’EMDR nel trattamento del PTSD è ormai ampiamente riconosciuta e documentata, ma attualmente l’EMDR è un approccio terapeutico ampiamente usato anche per il trattamento di varie patologie e disturbi psicologici.
La ricerca riguardante l’EMDR è una delle prime in cui sono stati evidenziati i cambiamenti neurobiologici che si verificano durante ogni seduta di psicoterapia, rendendo l’EMDR il primo trattamento psicoterapeutico con un’efficacia neurobiologica provata.
Già con un primo lavoro di ricerca del 2010 ed un secondo nel 2011 di Pagani et al., si iniziano ad evidenziare e sottolineare i cambiamenti cerebrali e la validità ed efficacia della terapia attraverso l’utilizzo delle neuroimmagini, in pazienti affetti da Disturbo da Stress Post-Traumatico e da Trauma Complesso:
Nel 2012 l’efficacia della terapia EMDR viene riconosciuta e pubblicata su riviste scientifiche altamente quotate come PLOS ONE:
Dallo stesso anno e successivamente la ricerca inizia a portare risultati sull’efficacia della terapia EMDR nei confronti delle principali psicopatologie conosciute ed invalidanti in termini di diffusione anche nel confronto con la terapia fino a quel momento maggiormente validata, la terapia Cognitivo-Comportamentale:
Nel 2017 vengono validati protocolli clinici terapeutici con l’utilizzo dell’EMDR per il miglioramento di condizioni psicologiche invalidanti presenti in patologie degenerative croniche invalidanti come:
L’efficacia della terapia EMDR è stata validata scientificamente anche in occasione di contesti emergenziali riferiti a grandi catastrofi (Saltini A, et al. – Early Eye Movement Desensitisation and Reprocessing (EMDR) intervention in a disaster mental health care context. Psychol Health Med 2018).
Infine, tale terapia negli ultimi anni attraverso l’utilizzo di strumentazioni di neuroimmagini sempre più sofisticate e sperimentazioni sul modello animale, è stata certificata nei suoi meccanismi di funzionamento alla base rispetto alle dinamiche che occorrono nel cervello umano soggetto a stress traumatico:
Per maggiori informazioni visitare il sito: https://emdr.it/